Si definisce “Hackathon” (termine composto dalle parole hacker e marathon) un evento destinato a far incontrare esperti informatici affinché lavorino ad un progetto comune. Lo schema dell’hackathon ripropone quello di un gioco a squadre i cui componenti – in base al tema oggetto di discussione – lavorano ad un progetto che verrà poi presentato alla fine dell’evento. Così ogni squadra, al proprio tavolo di lavoro, mediante confronto diretto, studia ed elabora un progetto condiviso nato dall’unione di visioni e punti di vista differenti.
È stata questa la finalità della prima edizione del Notaries of Europe Hackathon organizzato dal Consiglio Nazionale del Notariato (CNN), dal Consiglio dei Notariati d’Europa (CNUE) e da Notartel tenutosi a Roma il 21 e il 22 novembre 2022.
La domanda sorge spontanea: cosa c’entrano i notai? Apparentemente nulla: ma se così non fosse? Nonostante per molti il binomio notaio-informatica continui ad essere un ossimoro, è ormai tempo di ricredersi: il notariato è un’istituzione antica ma tutt’altro che antiquata. Prima di parlare di Hackathon è bene fare delle premesse di carattere generale.
Globalizzazione e digitalizzazione
L’ontologica funzione notarile è quella di dare certezza agli atti ed ai traffici giuridici. Questi, nel mondo moderno, oltre ad essere sempre più veloci perché veicolati dai moderni mezzi di comunicazione, diventano sempre più frequentemente di natura internazionale. È normale che potendo comunicare da un Paese all’altro con estrema facilità, con altrettanta facilità nascano dei contratti giuridici che coinvolgono attori di diversi Paesi. Pertanto, è compito dei legislatori e dei giuristi di ogni Stato far in modo che i rispettivi cittadini possano, nella massima sicurezza, concludere tra loro contratti validi ed efficaci.
Non è facile coordinare un così ampio panorama legislativo poiché la legislazione ed il livello evolutivo di ogni Stato è diverso dall’altro. L’evoluzione, la globalizzazione e la digitalizzazione indicano che gli Stati devono intraprendere un cammino comune. Per poter fare questo è necessario un confronto serrato tra i vari Stati, non facile, considerando che nessuno di questi vuol perdere la propria individualità e le proprie peculiarità.
Gran parte del mondo reale è una costruzione sociale e come scriveva J.R. Searle ne “La costruzione della realtà sociale”: “Ci sono parti del mondo reale, fatti oggettivi nel mondo che sono fatti soltanto grazie ad un accordo tra gli esseri umani. In un certo senso ci sono cose che esistono solo perché noi crediamo che esistano. Penso a cose come il denaro, la proprietà, i governi e i matrimoni. (…) I fatti bruti non richiedono, per la loro esistenza, nessuna istituzione umana.”
Il mondo è la realizzazione delle idee dell’uomo: se l’ingegno e l’evoluzione umana ci stanno portando in una direzione, è necessario che quella direzione abbia una legislazione tale da permettere ad ogni individuo di potersi muovere in sicurezza in ogni nuovo ambito.
Detto ciò, è anche fondamentale chiarire che la tecnologia è un mezzo non un fine; è uno strumento nelle mani del suo utilizzatore.
Sempre più di frequente si parla di “identità digitale” e di “identificazione digitale” in un’ottica di semplificazione. Ma non sempre la semplificazione è amica della certezza e della sicurezza. Poter svolgere delle operazioni rilevanti per il sol fatto di avere delle “credenziali di accesso” non dà certezza e non assicura che una determinata operazione, seppur ricollegata ad un soggetto “X”, non sia stata posta in essere dal soggetto “Y”. È qui che entra in campo il notariato.
L’informatica è uno strumento nelle mani del suo utilizzatore
È necessario che ci sia un soggetto terzo ed imparziale che vigili e che dia certezza oltre che della “identità” anche della “volontà”. E la volontà per sua natura non è un dato che può essere padroneggiato da un algoritmo. Probabilmente, in un futuro nemmeno troppo lontano, gli algoritmi saranno sempre più sofisticati e capaci di far cose oggi inimmaginabili, ma con quali conseguenze? E fino a quale limite? Il finale è aperto, ma non bisogna dimenticare che è sempre l’uomo a programmare l’algoritmo.
E qui torniamo al punto di partenza: l’informatica è uno strumento nelle mani del suo utilizzatore. Il controllo umano deve e dovrà sempre esserci. Non è immaginabile, pensare che si possa lasciare alle macchine lo svolgimento di ruoli legati alla giustizia ed alla legalità. Il mondo della contrattualistica è strettamente legato al tema della “volontà”. Infatti, quello che distingue un contratto da un altro è proprio la volontà dei soggetti contraenti e le finalità che gli stessi intendono raggiungere con la stipula di un determinato contratto.
Ogni contraente è espressione di una volontà differente dall’altra, che deve essere interpretata ed adattata a legge solo da un soggetto, quale è il notaio, il cui compito è proprio quello di indagare e rendere conforme alle normative vigenti le volontà dei contraenti cercando di tutelare il c.d. “contraente debole”.
Per questo bisogna fare molta attenzione al modo in cui la tecnologia viene usata e per quali scopi. È necessario che gli Stati, e i rappresentati delle istituzioni, si siedano a tavoli tecnici per definire cosa è possibile e cosa no, cercando di salvaguardare l’interesse generale e l’ordine pubblico.
Le ragioni di un “hackathon notarile”
I lavori dell’Hackathon si sono svolti ponendosi come obiettivo quello di unire gli esperti giuridici e informatici dei vari Paesi membri del CNUE per portare all’Assemblea Generale CNUE (tenutasi a Bruxelles il 9 dicembre 2022) le migliori proposte nate in quei giorni a cui, però, ogni notariato stava già autonomamente lavorando.
Grazie a questo primo evento è stato possibile avere un confronto diretto e tangibile tra i notariati dei Paesi membri del CNUE e i loro esperti informatici per confrontarsi sullo stato dell’arte in materia di identificazione elettronica e di interoperatività dei sistemi informatici.
Questi sono stati, infatti, i due temi oggetto dei due giorni di incontri. I migliori progetti sono stati presentati all’Assemblea Generale CNUE del 9 dicembre 2022.
Quello che è emerso nei giorni dell’hackathon è la grande varietà di visioni dovute al fatto che ogni Stato sta provvedendo, nei limiti della sua legislazione e del suo avanzamento tecnologico a sviluppare tecnologie, che nel rispetto della normativa nazionale, forniscano ai cittadini soluzioni sicure oltre che rapide.
A livello Europeo, grazie al CNUE sono già nati diversi strumenti per facilitare la cooperazione notarile transfrontaliera: la Rete Notarile Europea, l’Albo Europeo dei Notai e l’interconnessione dei registri dei testamenti europei.
Come è possibile immaginare, a livello europeo è molto importante che i notariati dei Paesi dialoghino tra di loro cercando di trovare soluzioni condivise. Dalle giornate dell’hackathon sono emerse grandi diversità anche a livello di avanzamento tecnologico tra i vari Stati: perciò è importante trovare un punto di partenza condiviso, da cui iniziare a sviluppare una rete tecnico-giuridica condivisa.
Quello di voler giungere a soluzioni condivise partendo da legislazioni profondamente diverse e da livelli di informatizzazione altrettanto variegati è un obiettivo ambizioso oltre che estremamente complesso da raggiungere.
Infatti, è necessario anche fare molta attenzione a non cancellare le peculiarità giuridiche che contraddistinguono i singoli Paesi; per quanto l’uniformità di procedure possa produrre semplificazioni, il rischio è quello di perdere le peculiarità che rendono unica la tradizione giuridica di ogni popolo.
Vivendo in un mondo pieno di insidie e di pericoli, ciò che accomuna ogni Stato è la necessaria presenza di una figura terza ed imparziale che vigili affinché la “legge positiva prevalga sulla legge di natura”.
Potremmo concludere citando un passo tratto dall’Ingenuo di Voltaire: “L’abate cercò di dimostrare che la legge positiva doveva trionfare sulla legge naturale e che, senza le convenzioni fatte dagli uomini, la legge di natura sarebbe quasi sempre un brigantaggio naturale. «Ci vogliono notai,» diceva, «e preti, testimoni, contratti e dispense». L’Ingenuo gli rispose con la riflessione che i selvaggi hanno sempre fatto: «Siete dunque gente parecchio disonesta se vi ci vogliono tante precauzioni»”.