Consigliere Braccio, l’esperienza nel coordinamento del Settore Informatico del C.N.N. e nel Consiglio di amministrazione di Notartel sta per concludersi. Quale è la sua valutazione di questi anni di impegno nelle istituzioni del notariato?
La valutazione della mia esperienza vissuta è esprimibile in un sostantivo: vitalità. L’attività del settore informatico del Cnn non consente mai bilanci, perché non si arriva mai ad un traguardo; non puoi avere una linea di finish, non puoi vedere una meta, ma devi avere una direzione, e correre. Ogni tanto però ti fermi a guardare indietro, come mi capita di fare adesso, alla fine della consiliatura, e vedere quanta strada hai percorso: e a me sembra molta. Però la cosa più importante è la strada che hai davanti, ancora da percorrere, e questa continua. Ciò ti dà entusiasmo, anche quando il contesto può darti preoccupazioni. Questo è il privilegio di cui gode chi si occupa dell’informatica del Notariato. La valutazione dei risultati, poi ovviamente, spetta ai Colleghi.
Lei ha vissuto l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 110 del 2010, che novellava la Legge Notarile introducendo l’atto notarile informatico ed il sistema della relativa conservazione a norma; c’è stato un cambiamento da allora nella strategia informatica del Notariato, e conseguentemente nella “mission” di Notartel?
Il cambiamento di strategia, a ben riflettere, è stato minore di quanto possa apparire. Certamente, l’entrata in vigore del D.Lgs. 110 (in pratica contemporaneamente all’inizio della mia prima consiliatura) ha orientato le attività di Notartel verso i servizi accentrati, primo fra tutti la conservazione documentale con la sua costellazione di contorno, ma questa virata era attesa, perché l’atto informatico e la sua conservazione erano stati previsti molti anni addietro, con lungimiranza da parte di chi mi ha preceduto. Sta di fatto che oggi l’attività di Notartel non può più definirsi solo di interfaccia tra i notai e la Pubblica Amministrazione, quale mero nodo di connessione; oggi Notartel fornisce ai notai, e erogherà sempre più in futuro, servizi senza i quali la stessa professione non potrebbe essere svolta. La società è cambiata rapidamente, i rapporti fra i soggetti sono cambiati di pari passo, e le modalità di esercizio della professione notarile sono necessariamente cambiate, pur essendo immutata la funzione; Notartel accompagna i notai in questo cambiamento.
In questi anni ha seguito progetti importanti come il sistema di Conservazione a norma dell’atto notarile informatico, la segnalazione digitale delle operazioni sospette ai fini antiriciclaggio e, in particolare, la piattaforma per le Aste telematiche. In futuro in quali settori intravede ulteriori potenzialità di sviluppo tecnologico della Rete del Notariato?
Bisogna adoperarsi per rimuovere quegli ostacoli che creano un divario tecnologico tra studi notarili dotati di maggiori capacità finanziarie e studi più artigianali, meno disponibili ad investire in infrastrutture informatiche, che inevitabilmente resterebbero indietro. Perciò credo che tra i compiti primari del futuro ci sia quello di offrire a tutti i notai il supporto necessario per essere al passo con i tempi. Ciò comporta, probabilmente, l’evoluzione di piattaforme informatiche per la gestione di servizi, l’implementazione di sistemi di archiviazione, la messa a disposizione di server farm, anche in cloud. L’obiettivo è quello di consentire agli studi notarili di dotarsi di architetture informatiche sempre più leggere, con costi di gestione per l’hardware e software sostenibili e con spostamento del “peso economico” dei servizi verso le strutture centrali del Notariato, in un’ottica di condivisione, di sistema. A volte mi è stato obiettato che questa visione potrebbe comportare un sacrificio parziale della individualità dei singoli studi notarili, una standardizzazione delle procedure, in definitiva una perdita di autonomia; rispondo sempre che l’autonomia e l’indipendenza sono messe a repentaglio, invece, dalla necessità di fronteggiare costi di infrastruttura individuali sempre più alti, per mantenere in efficienza lo studio. Ogni collega dovrebbe essere sgravato da questo impegno per dedicarsi al meglio alla sua funzione.