MercoledĂŹ, 17 Dicembre 2025

Presidente Bono, la digitalizzazione, e in particolare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, stanno ridefinendo processi e competenze anche nel mondo notarile. C’è un ruolo per la Fondazione del Notariato nel guidare i notai in questa fase di evoluzione tecnologica?

Certamente sì e anzi la Fondazione può essere uno dei punti di riferimento più autorevoli in questa fase di trasformazione digitale. Nell’ambito delle nostre iniziative di formazione, avvalendoci delle riflessioni degli esperti e dei colleghi che si stanno dedicando allo studio della materia, possiamo analizzare con rigore tecnico-giuridico l’impatto nell’attività notarile delle nuove tecnologie integrate con l’intelligenza artificiale, la loro compatibilità con la funzione pubblica del notaio e con le garanzie di personalità, legalità, autenticità e sicurezza che vi sono collegate.

Condividendo queste analisi con i notai che partecipano ai convegni, possiamo adeguatamente spiegare loro le linee guida che il nostro Organo di vertice politico ci indica. Possiamo anche scendere nel pratico e illustrare strumenti applicativi e casi d’uso concreti, aiutare i colleghi a distinguere le tecnologie realmente utili da quelle non mature e rischiose. L’Intelligenza artificiale è in continua evoluzione e così dovrà essere la formazione dei notai: costante, strutturata, non episodica.

La Fondazione, inoltre, attraverso la sua attività di approfondimento e divulgazione scientifica, può fornire studi, proposte e osservazioni tecniche per aiutare il legislatore a modellare norme che consentano l’innovazione, senza sacrificare i presidi di sicurezza giuridica propri del notariato.

L’informatica ha avuto un forte impatto anche sulle modalità di erogazione della formazione professionale. Dopo lo streaming video, le videoconferenze, le aule virtuali, qual è il futuro dell’e-learning?

L’e-learning è un metodo molto efficace per portare la formazione a tutti i colleghi, anche a quelli che hanno difficoltà a raggiungere i convegni fisici.

Mi piace però pensare all’e-learning del futuro non più come alla visione in differita e in solitario di un convegno che si è svolto in presenza. Il ricorso alle nuove tecnologie ci apre scenari di formazione davvero innovativi.

Il futuro dell’e-learning sta entrando in una nuova fase, molto diversa dalla semplice trasmissione di contenuti tramite video o aule virtuali. Le tecnologie emergenti — IA, ambienti immersivi, personalizzazione algoritmica — stanno trasformando la formazione in un’esperienza sempre più interattiva, adattiva e professionale.

Sarebbe bello immaginare anche per noi una formazione piÚ efficace, mirata, differenziata, che affianchi alla parte teorica anche una parte pratica, come quando ci preparavamo per il concorso, di cui ciascuno può approfittare per colmare le proprie lacune nel modo piÚ idoneo.

Non piÚ percorsi identici per tutti, ma moduli che si adattano al livello, allo stile cognitivo e ai progressi del singolo notaio. È inutile negare che abbiamo formazioni di base differenti ed età anagrafiche differenti, anche se alla fine dobbiamo tutti fare lo stesso lavoro. Ognuno ha i suoi punti di forza e le sue debolezze.

Si può immaginare una formazione più operativa e meno teorica, utilizzando simulatori che ci permettano di “sbagliare in sicurezza” e ci aiutino ad individuare e correggere gli errori. Come si può immaginare un micro-learning, basato su brevi moduli fruibili quando serve.

Qui vedo una possibilità concreta di utilizzo dell’IA. Gli algoritmi della IA ci possono suggerire contenuti mirati in base alle competenze mancanti, individuando le eventuali lacune e proporre esercitazioni più o meno difficili, che ci guidino fino al punto da noi desiderato.

Il futuro dell’e-learning, quindi, potrebbe non essere più centrato sul “contenuto da ascoltare”, ma piuttosto su un’esperienza di apprendimento costruita su misura, immersiva, pratica e integrata nel lavoro quotidiano. Ci vuole forse una rivoluzione di pensiero, ma penso che il risultato finale potrebbe essere un apprendimento più efficace e meno dispersivo.

Di recente Notartel insieme alla Fondazione e alla Scuola Nazionale del Notariato “Giancarlo Laurini” ha organizzato un Open Day dedicato agli studenti del corso di consolidamento. Quali future prospettive di collaborazione potrebbero esserci per preparare i futuri notai ad affrontare le sfide del futuro digitale?

Le collaborazioni tra Notartel, Fondazione del Notariato e Scuola Nazionale del Notariato “Giancarlo Laurini” possono diventare il motore di un vero ecosistema formativo integrato, capace di preparare i futuri notai sia sul piano giuridico che su quello tecnologico.

Il collegamento tra Fondazione e Scuola lo abbiamo avviato invitando i nostri studenti a frequentare i convegni di studio della Fondazione. Quello con Notartel invitandoli all’Open Day. Sono tre realtà con finalità diverse, ma che sicuramente possono e devono integrarsi.

I ragazzi in prima istanza devono studiare le materie tradizionali per superare il concorso ed è importante che imparino a studiare insieme e a confrontarsi con i compagni, perché questo insegna loro ad essere “colleghi” nella professione, ma nel momento in cui diventeranno notai dovranno immediatamente essere pronti anche a capire ed usare le nuove tecnologie a vantaggio della professione, come dovranno essere consapevoli, dal primo momento, di quelli che sono i limiti.

Spesso nelle interlocuzioni tra notai, ho notato che i giovani colleghi appaiono più timorosi di noi anziani nei confronti dell’innovazione. Penso che ciò sia dovuto a un po’ di timore nei confronti del diritto dell’informatica, ma anche alla poca conoscenza di quelle che sono le opportunità pratiche. Si può pensare ad una collaborazione tra Scuola e Notartel anche per una formazione in tal senso.

Rosaria Bono è Presidente della Fondazione Italiana del Notariato e Notaio in Genova.