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Presidente Casadei, sono trascorsi i tre anni del suo mandato nei quali il sindacato ha posto al centro della sua riflessione i temi dell’informatica e delle sfide del web. In piena era digitale l’uso delle nuove tecnologie è imprescindibile anche per i notai. In questi anni Notartel ha messo a disposizione del notariato servizi e risorse con l'intento di dare certezza, sicurezza e autenticità “digitale” a processi che una volta erano “materiali”. In questo scenario vede più rischi o opportunità nel rapporto fra notaio e cittadino?

Da qualche tempo molti miei interventi ruotano intorno a questi temi in quanto sono convinta che l’informatica porterà la nostra categoria nel futuro qualificato. Fortunatamente il notariato ha avuto chi (l’elenco sarebbe lungo) ha gettato le basi di un’organizzazione che allo stato attuale ci consente di essere primi tra i professionisti della nostra area in campo informatico. Nessuna organizzazione ha una struttura come la nostra che, al di là dei limiti e dei miglioramenti che devono essere fatti, collega tutti i notai in un’unica piattaforma, che ci ha permesso di essere pronti a vari appuntamenti e non ultimo quello che ci ha visti unici artefici dell’atto digitale. Ma proprio perché vedo nell’informatica uno dei campi del futuro credo che debba essere sempre di più posta al centro della nostra politica di categoria a livello italiano ed europeo. Progetti come, ad esempio, Eufides devono diventare realtà vissute da tutti i colleghi anche a livello nazionale. Tutti i notai si devono impegnare per diventare padroni dell’informatica e dell’atto digitale. La P.A. ha puntato e punta molto sull’agenda digitale e se sapremo accompagnare le sue istanze o meglio ancora precederle diverremo ancora di più interlocutori privilegiati. Per rispondere alla domanda direi che i rischi sono alti e sono evidenziati proprio da chi è più esperto del settore ma grandi sono le opportunità e soprattutto non ci è data la possibilità di rifiutare la sfida.

Notartel sta per mettere a disposizione nuovi servizi non istituzionali (Aste notarili telematiche, firme e certificati di autenticazione di servizio, marca temporale, sistemi di videoconferenza, servizi aggiuntivi di conservazione documentale, programmi in rete (cd. cloud computing) – con lo scopo di agevolare il lavoro degli studi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e nelle relazioni con i colleghi e i clienti. Come giudica la decisione, in base ai principi approvati dal Consiglio Nazionale, di introdurre per questi servizi un principio di corrispettività sulla base dell’effettivo utilizzo?

Notartel è una società e credo che sia normale che richieda un corrispettivo per i servizi resi ma credo altresì che, in un momento come questo in cui la maggior parte degli studi soffre per la crisi, sia richiesto un grande impegno di economia e di trasparenza. I colleghi si aspettano di risparmiare aderendo alle offerte di servizi di Notartel e non di dover pagare di più. A meno che il servizio più oneroso non offra maggiori garanzie (esempio tipico la c.d. cloud). In tali casi sicuramente si potrebbe accettare un costo maggiore ma sempre giustificato. L’argomento è spinoso ma credo che nessuno si possa ormai esimere dal prender atto dell’attuale critico rapporto costi/ricavi dei nostri studi. Diversa è la questione dei costi per migliorare l’apparato e per rimanere eccellenza digitale: questo rientra nella politica e nel bilancio Notartel e spero vivamente che non sia legata ai corrispettivi di singoli servizi opzionali.

L’informatizzazione è stata in questi anni un fiore all’occhiello del Notariato italiano; le nostre soluzioni tecnologiche sono studiate anche aldilà dei nostri confini. Notartel ha recentemente improntato i suoi progetti di sviluppo per il Consiglio Nazionale, con la supervisione della Commissione informatica, in linea con l’Agenda Digitale italiana e europea. In quali settori intravede altre potenzialità di sviluppo della nostra Rete informatica?

Agenda Digitale è parola magica e unita ai notai è quasi miracolosa, proprio perché il pregiudizio ci vuole arretrati e sommersi di carta! Nuovi utilizzi potranno andare dalla creazione di piattaforme di gestione di adempimenti a banche dati anche volontarie (senza aspettare interventi legislativi) per le procure, per gli atti di designazione degli amministratori di sostegno, per i c.d. testamenti biologici, per i contratti di convivenza, per il deposito di marchi e brevetti e per tutti i molteplici campi in cui possono essere utili. Forse potremmo anche pensare a utilizzi aperti ai cittadini che abbiano il valore aggiunto della certezza tipica fornita dai nostri studi. Probabilmente sarebbe stato utile essere artefici della meccanizzazione del catasto come da qualche collega auspicato all’inizio del percorso di automazione ma sono tanti i campi in cui potremmo inserirci ancora. Credo altresì che sia strategico organizzare una presenza “istituzionale” dei singoli notai nel web (intesa come proveniente da un ente notarile che attribuisca certezza a quanto reso pubblico, senza confusione con la miriade di elenchi più o meno legittimi presenti sul web uniti alla parola “notaio”). Un esempio di quanto dico è l’iniziativa federnotaiweb che risponde all’esigenza di una gran parte di cittadini di trovare sul web qualcosa in più del nome e cognome del notaio. In conclusione ritengo che nessun notaio possa seriamente pensare che ci sia un futuro fuori dal digitale: la società globalizzata ormai è digitale e noi dobbiamo essere (o diventare) protagonisti anche di questo settore e quindi “Notai Digitali”: Pubblici Ufficiali altamente specializzati ed esperti (anche) di informatica.