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Presidente Barzellotti, ricordiamo con piacere che il primo numero di questa newsletter venne pubblicato proprio durante il suo incarico, nel novembre del 2008. Come ricorda quella esperienza che coincise anche con il coordinamento della Commissione informatica del Consiglio Nazionale?

Sono stati anni molto impegnativi sia dal punto di vista professionale che umano, ma mi hanno arricchito moltissimo. E’ stata preziosa la collaborazione da parte della struttura dirigenziale della Notartel, dei collaboratori, dei tecnici; il continuo scambio con il C.d.A., con i Consiglieri Nazionali e i componenti della Commissione Informatica. Dedicammo in particolare più attenzione alle opinioni e alle reazioni dei Notai sulla gestione e sui nuovi servizi della Notartel che avevamo introdotto. L’8 maggio del 2008 organizzammo a Roma un convegno nel corso del quale, per la prima volta, presentammo le strategie e gli obiettivi aziendali per il biennio. L’incontro era trasmesso in videoconferenza con le sedi dei Consigli Distrettuali, perché avevamo deciso di coinvolgere anche le realtà locali. Volevamo promuovere la nostra missione istituzionale a favore del notariato nel dialogo e l’interazione con le istituzioni e la Pubblica Amministrazione, e quindi con il “Sistema Paese”, illustrando gli obiettivi della azienda, gli investimenti nell'innovazione per ottenere e mantenere una struttura all'avanguardia e sempre più efficiente. Iniziammo anche a coinvolgere i notai nella verifica dei risultati raggiunti. Tutte iniziative che vedo oggi consolidate: basti pensare al nuovo modello aziendale della Qualità e della Comunicazione.

Il rilascio della piattaforma IAM, primo esempio di identità digitale federata in Italia, la disciplina dell’atto informatico, il sistema di conservazione a norma, l’avvio del nuovo modello aziendale della Qualità, l’ampliamento del servizio di helpdesk, tutti eventi realizzati nel suo triennio. C’è un progetto, un risultato a cui tiene particolarmente, e delle “aree di bisogno" dei notai sulle quali Notartel dovrebbe ancora concentrarsi per la realizzazione dell’e-Government del notariato?

La condivisione di dati e documenti tra il sistema informatico del notariato e la Pubblica Amministrazione era già attuata da tempo e in diversi ambiti, ma l’atto informatico ha segnato per la prima volta l’unione tra l’innovazione tecnologica e la cultura del documento giuridico. C‘è ancora molto lavoro da fare, nella direzione di offrire alla Pubblica Amministrazione e al cittadino i benefici delle più moderne tecnologie unite all’affidabilità garantita dal notaio pubblico ufficiale. Penso in particolare al riutilizzo del dato informatico, delle banche dati e degli open data, dove il notaio è il principale responsabile dell’immissione delle informazioni, ad esempio nel mondo dei registri commerciali e immobiliari.

Oggi Notartel è impegnata nei progetti dell’Agenda Digitale italiana. È passato qualche anno dalla cosiddetta “rivoluzione informatica”: come vede adesso l'evolversi dei servizi telematici del notariato?

E’ indubbio che fin dalla sua nascita Notartel ha contribuito a gestire, direi a governare, un processo di sviluppo tecnologico e organizzativo che nascondeva e nasconde ancora notevoli insidie per il notariato, nel rapporto con la Pubblica Amministrazione e con i grandi decisori istituzionali. Nel rispetto della ripartizione delle responsabilità tra i vari attori del “fenomeno innovazione”, ma anche della propria identità, il notariato dovrebbe fornire il suo contributo con applicazioni che coniughino sempre di più sicurezza tecnologica e affidabilità giuridica. All’esterno mi pare che il sistema di gestione delle aste notarili telematiche vada proprio in questa direzione. Nel contesto attuale, al nostro interno, ritengo che si dovrebbero promuovere strumenti tecnologici di collaborazione, anche in rete, che semplifichino il lavoro degli studi in una prospettiva di contenimento dei costi, ma sempre senza perdere mai di vista lo scopo di migliorare il grado di soddisfazione dei cittadini.