Immaginate una partita di calcio senza arbitro, guardalinee e quant’altro; solo giocatori e spettatori.
Immaginate anche che gli spettatori non siano tifosi dell’una o dell’altra squadra, ma solo amanti del gioco calcio.
Immaginate infine che i falli, rigori, e goal vengano decisi (mancando l’arbitro) dalla “maggioranza degli spettatori”.
Una partita di questo tipo si svolgerebbe molto probabilmente in modo ugualmente corretto, anche in assenza di arbitri e controllori.
Il tutto, solo grazie ad un meccanismo che potremmo definire di “democrazia diffusa”.
Bene, questo è - in estrema sintesi (e con qualche licenza espositiva) - il meccanismo di funzionamento di una blockchain: un registro pubblico e inalterabile nel quale ogni registrazione non passa attraverso il vaglio di una autorità certificatrice, ma avviene in modo automatizzato grazie all’intervento degli stessi utilizzatori del registro.
Non solo questo gruppo esiste, ma starebbe discutendo addirittura della possibilità di azzerare tutte le transazioni avvenute dopo una certa data, riportando il sistema a un momento antecedente il furto.
- che l’irreversibilità di un’operazione non è sempre un aspetto positivo in senso assoluto e
- che la presenza di un “arbitro” non è sempre un peso, ma (spesso) è una necessità, funzionale al buon funzionamento del sistema.